In occasione del centenario della fondazione dell’attuale Orto Botanico di Roma dell’Università La Sapienza, oltre a mostre e convegni, fu avviata anche una riflessione sui possibili significati contemporanei di un Orto Botanico dalla forte valenza storico-monumentale come quello di Villa Corsini alla Lungara. Il progetto di ristrutturazione di una zona marginale e sottoutilizzata (chiamata “Orticello) si collocava all’interno di questa riflessione: da una parte si riteneva opportuno restaurare le collezioni storiche dell’Orto (scongiurando i facili quanto distruttivi “aggiornamenti”), dall’altra era del tutto evidente la necessità di avviare interventi di rivitalizzazione puntuale, una sorta di agopuntura volta a ravvivare parti abbandonate e favorire attività didattiche e culturali del tutto nuove rispetto al passato.
Il progetto dell’Orticello ha costituito un esempio di questa politica di intervento volta a rivitalizzare: è stato previsto un Orto dei semplici sul modello degli allestimenti medioevali in cui ospitare però le 100 specie vegetali più utilizzate oggi nella preparazione di rimedi medicinali e farmaci; è stato riorganizzato lo spazio interno di una serra industriale esistente in modo tale da renderla idonea ad ospitare collezioni di piante esotiche, con la realizzazione di vasche e di passerelle aeree che permettono di osservare fiori e foglie da vicino; è stata realizzato inoltre un portico (chiuso in seguito) per ospitare attività e allestimenti temporanei. Un sistema di percorsi collega le diverse parti restituendo all’area funzionalità e soprattutto integrazione con il resto dell’Orto botanico, da cui risultava completamente sconnessa.